Camilla Baresani, scrittrice e saggista, ama e studia i serial americani. L’approfondimento psicologico di Mad men, i dialoghi di Weeds, la scansione narrativa di 24. «Le fiction – dice in un’intervista al Giornale – danno al nostro mondo di immagini una profondità che, se non è la stessa della narrativa, è comunque simile».
Il suo giudizio cambia radicalmente quando si parla di fiction italiane: «Scrittura di serie B, molto retorica, e dizione insopportabile. Sono agiografiche, con il male da una parte e il bene dall’altra, oppure troppo generaliste. L’eccezione di Romanzo criminale è stata penalizzata dal palinsesto, ma all’estero è andata benissimo».