«Era un attore dotato di quella sensibilità che riesce a stupire un regista disincantato come me, che la gioventù l’ha abbandonata da tempo». Pupi Avati ricorda così Damiano Russo, il giovane attore barese morto venerdì. «L’ho diretto in Una sconfinata giovinezza – racconta il regista al Messaggero – ed era riuscito a convincere tutti, dagli attori ai macchinisti, agli operatori. Su quel set Damiano si conquistò una seconda famiglia».
Damiano Russo aveva conquistato tutti anche sul set di Come un delfino. Raoul Bova lo considerava un amico: «Non era un ragazzo estroverso, ma lasciava intuire quanto fosse ricco dentro, soprattutto aveva idee, scriveva», ricorda l’attore. «La sua determinazione mi aveva convinto a riscrivere il ruolo su di lui», racconta il regista, Stefano Reali. «Aveva la forza dello sguardo. Se avesse avuto tempo sarebbe diventato il nuovo Elio Germano».
L’articolo
Damiano Russo, a soli 28 anni addio alla vita e ai sogni di carriera (ilmessaggero.it)
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Pugliaeccellente intervista Damiano Russo (giugno 2011)
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