Lo sguardo triste di Cristiana Capotondi di fronte all’orrore del campo di prigionia. E la rabbiosa esultanza di Alessandro Roja dopo il trionfo sul ring. A collegare queste due immagini, questi due mondi così distanti, è la trama de L’Olimpiade nascosta. Il pugile è uno dei prigionieri che accettano di sfidare i loro aguzzini in una serie di competizioni sportive. La ragazza è una delle prigioniere che, grazie a quella sfida, potrebbero riconquistare la libertà.
L’Olimpiade nascosta è una miniserie ambientata in un campo di prigionia in Polonia, nel 1944. Una fiction diretta da Alfredo Peyretti e prodotta da Casanova Multimedia. Andrà in onda su Raiuno in primavera. Nelle foto di scena, oltre a Alessandro Roja e a Cristiana Capotondi, troviamo anche Andrea Bosca e Gary Lewis.
Purtoppo ci troviamo ancora di fronte ad una fiction girata male con pessima consocenza del regista della storia che narra. Sembra basti mettere un cartello "Liberamente tratto" per fregarsene della Storia. Lasciamo perdere la noia perdurante lungo tutta la fiction, gli errori di montaggio, i doppiaggi alla "evviva il parroco"… ma proprio gli errori storici sono allucinanti e non basterebbe un libro a raccontarli. Certo, una fiction che si salva solo per la fotografia, ma con questi quadri vuoti di contenuto… che tristezza. Alucinante la scena dei tedeschi SS seduti allo stadio che sembrano dei Muppet con le conmparse guidate registicamente male. Pessiam regia, pessimo raconto, pessima scneggiatura. Gli sceneggiatori dovrebbero cominciare a studiare la storia prima di scrivere.
Marcello da Roma